27 giugno 2006

PERCHE' CONTINUA IL SILENZIO SUI FRATELLINI DI GRAVINA?

Eppure, i cinque giorni chiesti come silenzio stampa dagli inquirenti, per facilitare le indagini, sono scaduti da un pezzo.

Per quale motivo nessuno si chiede più dove siano finiti questi bambini?

Siamo in presenza dell'ennesimo caso di sottrazione di minore in corso di separazione genitoriale, e a nessuno interessa dirlo perché proprio questo caso aprirebbe una definitiva finestra sulla ferocia di certi genitori - vuoi anche madri - che non sanno non considerare il proprio figlio un oggetto all'interno di una contesa?

23 giugno 2006

PERCHE' E' SCESO IL SILENZIO SUI BAMBINI DI GRAVINA?

Speriamo che sia perchè risultati utili in arrivo lo impongono. Ma è allarmante che da giorni e giorni non si sa nulla.

Non possiamo certo essere noi ad abbandonare l'attenzione su questo caso: troppi sono i bambini sequestrati a causa dei conflitti genitoriali, e questo ci sembra essere il caso più visibile, ma forse non quello più grave, fra tutti.

14 giugno 2006

LA SCOMPARSA DEI FRATELLINI DI GRAVINA: UN CASO ESEMPLARE

E' stato necessario che si verificasse l'orribile episodio di Gravina, perchè ci si rendesse drammaticamente conto delle mostruosità che devono subire i figli dei separati, quando uno dei genitori non intende tutelare il loro diritto ad avere rapporti con entrambi.

La tragedia è quella di un Diritto che non tutela le relazioni ma solo i diritti dei singoli.


da Repubblica.it, 16 giugno 2006

L'INTERVISTA. L'accusa di Antonietta Lanzone, madre naturale di Rosa e nonna di Ciccio e Salvatore

"Mia figlia sa, li ha rapiti lei spero solo che non li abbia uccisi"

dal nostro inviato CRISTINA ZAGARIA



GRAVINA DI PUGLIA - "Rosa parlava sempre di un piano, di un segreto, di qualcosa da fare prima della fine della scuola. E l'ha fatto: ha portato via i bambini. Organizzavano il rapimento da mesi". La "verità" sulla scomparsa dei fratellini di Gravina arriva da un testimone "blindato", qualcuno che, almeno così dice la logica, dovrebbe far di tutto per difendere il "sequestratore". Perché a gettare dei dubbi su Rosa Carlucci, ora, è addirittura sua madre.

Parla e trema Antonietta Lanzone, 63 anni, mamma di Rosa e nonna di Ciccio e Salvatore. È minuta, con i capelli un tempo rosso rame e ora striati di grigio. È una madre, ma anche una nonna combattuta, preoccupata, disperata. Ha paura che la figlia possa "aver fatto qualcosa" ai bambini, con l'aiuto del convivente e di una strana amica rumena, una donna bionda, una certa Andrea.

Rosa sa dove sono i bambini?

"Secondo me, sì".

È molto sicura.

"La prima sera, dopo la scomparsa di Ciccio e Salvatore, quando ci portarono tutti in commissariato io ero disperata, piangevo, pensavo che erano fuggiti da soli e potevano aver freddo e fame. Ma Rosa mi disse: "Mamma non ti preoccupare i bambini mangiano e dormono, al sicuro". Non dimenticherò mai questa frase e i suoi occhi tranquilli. É una mia idea, ma sono sicura che Rosa, Filomena (la sorella quindicenne dei due scomparsi, ndr) e quell'uomo (Nicola Nuzzolese, ndr) sanno tutto. Speriamo solo che non sia successo niente ai bambini. Ho tanta paura".

Perché ha paura?
"Perché Rosa pur di strappare i figli a Filippo sarebbe capace di tutto".

Tutto?
Antonietta scoppia a piangere. "Spero che non siano morti... che non li abbiano uccisi...". Vacilla e porta una mano sugli occhi. Per lunghi minuti rimane in silenzio. Poi riprende: "Io so solo che stavano organizzando un "giochetto", non so molto di più, perché parlavano in silenzio, quando c'ero io in casa. Era un segreto. E dicevano sempre: dobbiamo farlo prima della fine della scuola".

Chi parlava di questo "giochetto"?

"Rosa, Nicola, Filomena e quest'amica rumena di mia figlia, Andrea, una donna bionda, che a un certo punto è sparita. Ha detto che tornava in Romania, ma io so che è una bugia, stava cercando una casa a Santeramo".

Pensa che stessero organizzando il "rapimento" di Ciccio e Salvatore?

"Ho paura... di sì".

I fratellini erano legati alla mamma?
"Sì, molto. Però Ciccio era molto severo nei confronti della madre e della sorellina, faceva un po' l'uomo di casa e certe cose che vedeva non gli piacevano".

Secondo lei sarebbero scappati per andare dalla mamma, dopo l'affidamento definitivo padre?
"I bambini adoravano il padre. Era un po' severo, ma lo rispettavano e volevano bene anche alle nuove sorelline. Io non lo so, però, cosa può passare nella testa dei ragazzi. Ogni tanto anche a me dicevano: "Nonna quando vai a vivere nella casa nuova noi ogni tanto veniamo a vivere con te". Erano bambini perennemente in cerca di affetto".

Ha detto queste cose alla polizia?

"Sì. Le ho dette subito, perché voglio rivedere i miei nipoti e perché sto male al pensiero che Rosa, mia figlia, possa sapere qualcosa e non lo dice. È troppo tranquilla, lei sa. Lei sa".

Lei è madre naturale di Rosa, che è stata adottata da un'altra donna...
"Rosa è nata di 6 mesi, era un pupazzetto nell'incubatrice e io dovevo andare a lavorare, facevo la cameriera. Mio marito era disoccupato, così ho affidato Rosa a Lucia, una vicina di casa che poi l'ha adottata, ma io l'ho sempre seguita. Ho anche vissuto con lei, fino alle Palme vivevo con lei, Nicola e Filomena e ho visto cose che mi fanno paura".

Ha provato a parlare con Rosa in questi giorni?

"Si, l'ho supplicata, ma è impenetrabile. Se è successo qualcosa ai miei bambini, e lei c'entra qualcosa, non potrò mai perdonarglielo... Rosa, ti prego, se sai qualcosa, parla...".

(16 giugno 200)


da TGCom

Fratellini Gravina sarebbero vivi

Forse sono nascosti in una masseria

Nuovi risvolti nelle indagini sulla scomparsa dei due fratellini di Gravina di Puglia. Secondo alcune indiscrezioni, Francesco e Salvatore sarebbero vivi e con molta probabilità sarebbero nascosti in una masseria nella campagna di Santeramo in Colle, il paese in cui vive Rosa Carlucci, la mamma dei due bimbi interrogata per sette ore dagli inquirenti. Tra le piste più attendibili spunta anche il sequestro.

Al momento non ci sono conferme ufficiali, ma, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, gli sforzi degli investigatori sembrano indirizzarsi in questa direzione. Il cerchio delle indagini si sta stringendo attorno alla madre e al suo convivente, Nicola Nuzzolese, ma no si hanno ulteriori dettagli sul loro ruolo. L'ipotesi della fuga volontaria sembra ormai eslcusa dagli inquirenti.

I fratellini, stando alle ultime dichiarazioni del procuratore aggiunto di Bari, potrebbero essersi fidati di qualcuno che poi li ha sequestrati. "A dieci giorni dalla scomparsa l'ipotesi di una fuga volontaria mi sembra da accantonare - ha spiegato Caraba - Se non si vuole pensare a una disgrazia, l'intervento di un adulto, o in particolare di un sequestro, potrebbe essere una delle piste più attendibili". Dal pm Lupo non arrivano conferme, ma, nel frattempo, Rosa Carlucci è stata prelevata dalla polizia e portata in commissariato. Il lungo interrogatorio della madre dei bimbi lascia intuire che le indagini si stanno concentrando nuovamente sulla vendetta intrafamiliare consumata proprio sulla pelle dei fratellini.

In precedenza era spuntata anche l'ipotesi di un coinvolgimento della criminalità organizzata, ma alcuni emissari dei clan locali hanno fatto intendere una loro totale estraneità. Anche la pista Rom è stata scartata e il lavoro degli investigatori sembra concentrarsi nelle campagne attorno alla casa della madre dei piccoli.

Io sono convinto che i due bambini sono vivi - ha detto il sindaco di Gravina - perché finora non ho mai visto uscire una lacrima dagli occhi della loro mamma".



da Tgcom

Bimbi scomparsi,ricerche tra i rom

La mamma interrogata per 7 ore

Continuano senza successo le ricerche di Francesco e Salvatore, i due fratellini scomparsi dal 5 giugno scorso dalla casa di Gravina di Puglia. Nelle ultime ore è stato anche perlustrato un campo rom e sono state ascoltate la psicologa e l'assistente sociale che hanno seguito le vicende famigliari dei due ragazzini. La mamma dei due bambini è stata interrogata per 7 ore; il magistrato: "Nessun fermo"

Rosa Carlucci, la madre dei due fratellini è stata condotta da un'auto civetta della Polizia al Commissariato di Gravina di Puglia, dove è stata interrogata per 7 ore; quindi è arrivato in commissarriato anche il padre dei due fratellini, ascoltato anche lui dagli inquirenti. Il magistrato ha però chiarito che "non c'è nessun fermo".

Per quanto riguarda le indagini, si rafforza l'ipotesi di un possibile rapimento o di un allontanamento insieme a un adulto a proposito della scomparsa di Francesco e Salvatore. Gli inquirenti, anche se continuano a prendere in considerazione tutte le piste, tendono ad escludere quella del delitto o della disgrazia. Proprio l'interrogatorio della madre dei due ragazzini potrebbe portare novità in questo senso.

Si scava nel passato della madre
La madre di Francesco e Salvatore, nel 2000 scappò dalla Puglia e si rifugiò a Torino con i suoi due bambini. Un episodio che potrebbe aiutare gli investigatori a ricostruire la vicenda. In particolare si cerca il rifugio di allora e le persone che aiutarono la donna. Sembra che Rosa si fosse rifugiata alla "Pensione delle donne": c'è un'unica struttura con lo stesso nome a Torino, nel quartiere San Salvario, ma nessuno sembra rispondere al citofono. Sempre durante quella fuga, durata una ventina di giorni, la donna venne ritrovata in stato confusionale alla stazione di Porta Nuova e fu aiutata dalla polfer.

DA Repubblica.it

La madre interrogata come "persona informata sui fatti"
In campo anche la squadra speciale della scientifica

Fratellini scomparsi, per il pm potrebbe essere un sequestro


BARI - "A circa 10 giorni dalla scomparsa dei due fratellini, l'ipotesi di una fuga volontaria mi sembra da accantonare. Le piste possono essere ancora molte, ma se non si vuole pensare ad una disgrazia, l'intervento di un adulto, o in particolare di un sequestro, potrebbe essere una delle piste più attendibili". Lo ha detto il procuratore aggiunto del Tribunale di Bari, Giuseppe Carabba, che coordina il pool fasce deboli della Procura di Bari. Il magistrato ha poi affermato che al momento "non si può dire" che dietro la scomparsa di Francesco e Salvatore Pappalardi, di 13 e 11 anni, ci sia la regia di parenti o di estranei. Il magistrato esclude che il sequestro sia eventualmente opera di estranei o nomadi: "Mi sembra molto difficile che ragazzini dell'età di Francesco e Salvatore, 13 e 11 anni, possano essere oggetto di questo tipo di traffico perchè i presunti sequestratori non riuscirebbero facilmente a forzare la loro volontà".

Poco fa Rosa Carlucci, la madre dei due fratellini di Gravina in Puglia, in provincia di Bari, scomparsi da lunedì 5 giugno, al commissariato della cittadina pugliese. La donna verrà ascoltata come persona informata dei fatti e dovrà chiarire alcune circostanze emerse nel corso delle indagini. Nel frattempo a Gravina è arrivata anche una squadra di specialisti in ricerca di persone scomparse, della quale fa parte anche uno psicologo, e un team della Uacv (Unità anticrimine violento della Scientifica).

Fino a questa mattina, i sospetti sembravano concentrarsi sull'ambiente materno, soprattutto a Santeramo in Colle, 16 km da Gravina. L'ipotesi più accreditata era quella dell'allontanamento da casa per raggiungere la madre, magari facendosi ospitare momentaneamente da qualche parente o amico.

Francesco e Salvatore, 13 e 11 anni, sono scomparsi da Gravina, in Puglia, il 5 giugno scorso. I ragazzi erano stati affidati al padre dopo un lungo contenzioso fra i genitori: una decisione che, sembra, non era stata presa bene dai fratellini.

(14 giugno 2006)


01 giugno 2006

Physical Dating Violence Among High School Students --- United States, 2003

Dating violence is defined as physical, sexual, or psychological violence within a dating relationship. In a study of dating violence victimization among students in grades 7--12 during 1994--1995, the 18-month prevalence of victimization from physical and psychological dating violence was estimated at 12% and 20%, respectively (1). In addition to the risk for injury and death, victims of dating violence are more likely to engage in risky sexual behavior, unhealthy dieting behaviors, substance use, and suicidal ideation/attempts (2--4). Dating violence victimization can be a precursor for intimate partner violence (IPV) victimization in adulthood, most notably among women (5). Among adult women in the United States, an estimated 5.3 million IPV incidents occur each year, resulting in approximately 2 million injuries and 1,300 deaths (6). By using data from the 2003 Youth Risk Behavior Survey (YRBS), CDC analyzed the prevalence of physical dating violence (PDV) victimization among high school students and its association with five risk behaviors. The results indicated that 8.9% of students (8.9% of males and 8.8% of females) reported PDV victimization during the 12 months preceding the survey and that students reporting PDV victimization were more likely to engage in four of the five risk behaviors (i.e., sexual intercourse, attempted suicide, episodic heavy drinking, and physical fighting). Primary prevention programs are needed to educate high school students about healthy dating relationship behaviors, and secondary prevention programs should address risk behaviors associated with dating violence victimization.

YRBS, a component of the Youth Risk Behavior Surveillance System, measures the prevalence of health risk behaviors among high school students through biennial national, state, and local surveys. The 2003 national survey obtained cross-sectional data representative of public- and private-school students in grades 9--12 in the 50 states and the District of Columbia. The overall response rate was 67%. Data from 15,214 students in 158 schools were available for analysis; 14,956 (98.3%) students answered the dating violence question. Students completed an anonymous, self-administered questionnaire that included a question about dating violence victimization. A more detailed description of these methods appears elsewhere (7).

PDV victimization was defined as a response of "yes" to a single question: "During the past 12 months, did your boyfriend or girlfriend ever hit, slap, or physically hurt you on purpose?" Students were not asked whether they had had a boyfriend or girlfriend during the 12 months preceding the survey; therefore, a response of "no" might have included students who had not been dating. The following self-reported risk behaviors also were assessed: currently sexually active (had sexual intercourse with at least one person during the 3 months preceding the survey), attempted suicide (actually attempted suicide at least one time during the 12 months preceding the survey), current cigarette use (smoked cigarettes on >1 of the 30 days preceding the survey), episodic heavy drinking (had five or more alcoholic drinks in a row on >1 of the 30 days preceding the survey), and physical fighting (was in a physical fight at least one time during the 12 months preceding the survey). Specific risk behaviors were selected to represent risks that are of public health concern among high school students.

Data were weighted to produce national estimates. All calculations were performed using statistical software to account for the complex sampling design. Differences in prevalence among persons with certain characteristics were determined statistically significant if the 95% confidence intervals did not overlap. Adjusted odds ratios were calculated to examine the association between PDV victimization and the five risk behaviors using a multivariable logistic regression model that included, as predictors, the five risk behaviors and sex, grade level, race/ethnicity, and self-reported grades. In this report, data are presented for black, white, and Hispanic students*; the numbers of students from other racial/ethnic populations were too small for meaningful analysis.

Among all 14,956 students, 8.9% reported experiencing PDV victimization. The prevalence of PDV victimization was similar for males (8.9%) and females (8.8%) and similar by grade level (range: 8.1%--10.1%) (Table 1). Prevalence of reported PDV victimization was greater among blacks (13.9%) than whites (7.0%) and Hispanics (9.3%). In addition, prevalence of PDV victimization was greater among black males (13.7%) than white males (6.6%) and higher among black females (14.0%) than white females (7.5%) and Hispanic females (9.2%). PDV victimization prevalence did not vary significantly by geographic region. Lower self-reported grades in school were associated with higher levels of PDV victimization; 6.1% of students reporting mostly A's reported PDV victimization compared with 13.7% of students receiving mostly D's or F's.

Prevalences of the five risk behaviors among all participants were as follows: currently sexually active, 34.3%; attempted suicide, 8.5%; current cigarette use, 21.9%; episodic heavy drinking, 28.3%; and physical fighting, 33.0%. After controlling for sex, grade level, race/ethnicity, self-reported grades, and the five risk behaviors examined, four of the five risk behaviors were significantly associated with PDV victimization (Table 2). The only risk behavior not significantly associated with PDV victimization in the multivariable model was current cigarette use. When male and female students were analyzed separately, three of the five risk behaviors (currently sexually active, attempted suicide, and physical fighting) were significantly associated with PDV victimization in the multivariable model.

Reported by: MC Black, PhD, R Noonan, PhD, M Legg, MS, Div of Violence Prevention, National Center for Injury Prevention; D Eaton, PhD, Div of Adolescent and School Health, National Center For Chronic Disease Prevention and Health Promotion; MJ Breiding, PhD, EIS Officer, CDC.

Editorial Note:

The findings in this report suggest that PDV victimization affects a substantial number of high school students, with approximately one in 11 reporting PDV victimization during the 12 months preceding the survey, a ratio equating to nearly 1.5 million high school students nationwide. Prevalence of PDV victimization was similar and associated with risk behaviors for both male and female high school students, and no significant increases in PDV victimization were observed by grade level.

These results underscore the need for prevention programs directed at both PDV and associated risk behaviors. Choose Respect, a new CDC national initiative, is being launched this month in 10 U.S. cities. This initiative focuses on persons aged 11--14 years and encourages development of healthy relationship behaviors. Choose Respect uses traditional materials (e.g., posters or classroom videos) and nontraditional multimedia (e.g., podcasts or web-based games) to appeal to this age group.

The findings in this report are subject to at least five limitations. First, the extent of underreporting or overreporting of risk behaviors cannot be determined, although the survey questions demonstrate good test-retest reliability (8). Second, questions about sexual violence or psychological abuse by a dating partner were not included. Prevalence estimates of dating violence that include sexual and psychological violence likely would be substantially larger and indicate greater levels of sexual victimization among females (3). Third, these data apply only to high school students who were attending school during the survey and, therefore, are not representative of all persons in this age group. In 2001, approximately 5% of persons aged 16--17 years in the United States were not enrolled in a high school program and had not completed high school (9). Fourth, participants were not asked whether they had had a boyfriend or girlfriend during the preceding 12 months; therefore, those reporting no PDV victimization might have included students who had not been dating. Eliminating those who did not date would have increased the prevalence of PDV victimization among those who were dating. Finally, because the survey is cross-sectional in nature, whether the risk behaviors were precursors or consequences of PDV victimization could not be determined.

Medical and mental health-care providers and others consulted by teens (e.g., school counselors) should be aware of the prevalence of dating violence and the potential for associated risk behaviors among teens who report dating violence. Appropriate intervention (e.g., referral for counseling) to reduce the likelihood of further victimization is more likely if providers ask about dating violence when speaking with teens. The findings in this report and the resulting recommendations are consistent with recommendations by others that dating violence intervention and prevention can benefit from addressing dating violence in the context of other risk behaviors (4).

References

  1. Halpern CT, Oslak SG, Young ML, Martin SL, Kupper LL. Partner violence among adolescents in opposite-sex romantic relationships: findings from the National Longitudinal Study of Adolescent Health. Am J Public Health 2001;91:1679--85.
  2. Ackard DM, Neumark-Sztainer D. Date violence and date rape among adolescents: associations with disordered eating behaviors and psychological health. Child Abuse Negl 2002;26:455--73.
  3. Coker AL, McKeown RE, Sanderson M, Davis KE, Valois RF, Huebner S. Severe dating violence and quality of life among South Carolina high school students. Am J Prev Med 2000;19:220--7.
  4. Silverman JG, Raj A, Mucci LA, Hathaway JE. Dating violence against adolescent girls and associated substance use, unhealthy weight control, sexual risk behavior, pregnancy, and suicidality. JAMA 2001;286:572--9.
  5. Smith PH, White JW, Holland LJ. A longitudinal perspective on dating violence among adolescent and college-age women. Am J Public Health 2003;93:1104--9.
  6. CDC. Costs of intimate partner violence against women in the United States. Atlanta, GA: US Department of Health and Human Services, CDC; 2003. Available at http://www.cdc.gov/ncipc/pub-res/ipv_cost/IPVBook-Final-Feb18.pdf.
  7. Grunbaum JA, Kann L, Kinchen S, et al. Youth risk behavior surveillance ---United States, 2003. In: Surveillance Summaries, May 21, 2004. MMWR 2004;53(No. SS-2).
  8. Brener ND, Kann L, McManus T, Kinchen SA, Sundberg EC, Ross JG. Reliability of the 1999 Youth Risk Behavior Survey questionnaire. J Adolesc Health 2002;31:336--42.
  9. Kaufman P, Alt MN, Chapman C. Dropout rates in the United States: 2001. Washington, DC: US Department of Education, National Center for Education Statistics; 2004. Publication no. NCES 2005--046. Available at http://nces.ed.gov/pubs2005/2005046.pdf.

In this report, students categorized as black or white were non-Hispanic. Students categorized as Hispanic might be of any race.

Table 1














Table 2









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Date last reviewed: 5/17/2006

Coppie & botte: lei le dà quanto lui

(dal Corriere della Sera: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/01/botte.shtml)

I risultati di un'indagine su quasi 15mila studenti americani

Tra i partner violenti stessa percentuale di uomini e donne. «Ma i maschi non denunciano i maltrattamenti»

NEW YORK - Le violenze sono qualcosa che gli uomini infliggono alle donne? Nossignori. Quanto a tirar schiaffi, pugni e calci al partner donne e uomini pari sono. E' questa il sorprendente risultato di un'indagine nazionale condotta negli Stati Uniti tra le coppie di adolescenti. E badate bene: le ragazze non agirebbero soltanto per autodifesa ma ferirebbero per prime in circa metà dei conflitti. Viene smontata così una delle credenze di sempre: quella che vuole il maschio più violento e aggressivo.

I DATI - Il rapporto, pubblicato sul Morbidity and Mortality Weekly Report dei Centers for Disease Control and Prevention, redatto dal National Center for Injury Prevention prende in esame i dati del 2003 Youth Risk Behaviour Survey riguardanti 14.956 studenti statunitensi. Circa l’8,9 per cento di questi studenti ha risposto affermativamente alla domanda: «Durante i passati 12 mesi, il tuo ragazzo/a ti ha mai colpito, schiaffeggiato o ferito di proposito?». Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la percentuale è uguale per ragazzi (8,9) e ragazze (8,8).

I DENUNCIATI PERO' SONO UOMINI - A prima vista può sembrare strano, visto che nel 90 per cento delle denunce alla polizia il violento è l'uomo. «Questo per diversi motivi. Il primo è che soltanto le aggressioni che comportano ferite vengono denunciate, e queste sono compiute per lo più dai maschi - spiega il sociologo americano Murray Strausm, fondatore e condirettore del Laboratorio di Ricerche sulla Famiglia dell'Università del New Hampshire che, su concessione dell'Istituto Nazionale di igiene mentale Usa, ha recentemente ultimato l'ultimo di tre studi nazionali sulle violenze domestiche. «Poi c'è anche una sorta di orgoglio maschile: i veri uomini non si fanno menare». Risultato: sono per lo più le donne a fare denuncia quando vengono picchiate.

I CASI PIU' FREQUENTI - A smentire il cliché della donna vittima e del maschio colpevole, emerge che «nelle maggior parte delle coppie manesche sono entrambi a darsele» riferisce Straus. E, udite udite, il secondo tipo di relazione più diffusa è quella che vede la ragazza come solo aggressore. Come dire: «La cavalleria non è morta - commenta Straus - in molti casi alle sberle e ai pugni della fidanzata non si risponde perché "le donne non si picchiano"». Il caso meno frequente invece è quello in cui il ragazzo è l'unico a picchiare. Ma a far credere il contrario, secondo Straus, ci si mette la propaganda femminista, che ha tra gli obiettivi quello di far apparire gli uomini il più cattivi possibile.

FENOMENO PIU' DIFFUSO CON IL DATING - Dallo studio è risultato anche che le violenze tra le coppie nate da incontri al buio (blind dating) sono tre volte più frequenti che in quelle presenti all'interno del matrimonio. Uno degli elementi più gravi che emergono è la diretta correlazione con comportamenti definiti a rischio come il tentato suicidio, l’eccessivo consumo di alcol, anche se occasionale, e la partecipazione attiva a risse e liti. Per arginare il fenomeno i Centers for Disease Control and Prevention hanno deciso di portare avanti nel corso dell’estate 2006 un programma chiamato «Choose Respect» che ha come obiettivo la promozione di comportamenti che aiutino i ragazzi a costruire delle relazioni sane. Per sensibilizzare l’opinione pubblica saranno impiegati giochi on line, video, poster e saranno presentati servizi pubblici specifici. «Gli adolescenti hanno bisogno di incoraggiamento, esempi da seguire e guida da parte dei genitori, della scuola e della comunità per imparare come relazionarsi con gli altri», spiega Ileana, Arias Direttore del CDC’s National Center for Injury and Violence Prevention.

LINK CORRELATI: http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5519a3.htm
(A.Mu.)